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CASATI, LEGGE
(15 novembre 1859). Decreto legislativo del Regno di Sardegna, poi esteso a quello d'Italia, del quale restò il cardine fino al 1923 (riforma Gentile). Predisposto dal ministro della Pubblica istruzione, il milanese Gabrio Casati, rappresentò un vero e proprio codice dell'istruzione che regolava tutta la materia, dall'amministrazione all'organizzazione della scuola per ordini e gradi (struttura, materie di insegnamento, personale), sancendo il riconoscimento del diritto-dovere dello stato di intervenire in materia scolastica, sostituendo e affiancando la Chiesa, da secoli detentrice del monopolio dell'istruzione. Casati sostenne una libertà media d'insegnamento contemperando le diverse esigenze riconosciute legittime: dell'autorità paterna, dello stato e dei privati. I modelli presenti in Europa non erano, secondo Casati, automaticamente trapiantabili nel regno: non quello inglese della libertà assoluta dei privati, non quello belga della concorrenza tra scuole private e pubbliche e neppure quello di molti stati tedeschi (se non, appunto, con nuove garanzie e tutele), il quale prevedeva oltre alla concorrenza tra scuole private e pubbliche un ruolo di direzione e supervisione dello stato. La legge riconosceva quindi il ruolo normativo generale dello stato e la gestione diretta delle sue scuole, ma anche la libertà ai privati di aprire e gestire le loro. Essa separò la neonata scuola tecnica da quella umanistica, fulcro del sistema e canale di formazione delle classi dirigenti; lasciò al ministero dell'Agricoltura e commercio l'istruzione professionale e affidò tendenzialmente l'istruzione universitaria e classica al potere centrale, la tecnica superiore alle province, l'elementare ai comuni. L'indubbio accentramento del sistema scolastico restò comunque entro la competenza del ministero, ma con l'esclusione dell'intervento del ministero dell'Interno, tradizionalmente competente in materia. Dopo l'unificazione, di fronte ai gravissimi problemi del nuovo stato, la Destra storica abbandonò presto i tentativi di una nuova legislazione scolastica nazionale e applicò la sua politica di accentramento sulla base della esistente legge Casati.

D. Ragazzini
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